Come scegliere lo psicologo giusto per te: orientamento tra approcci e specializzazioni

Scegliere lo psicologo giusto può sembrare un’impresa complessa, soprattutto se si è alla prima esperienza con la salute mentale. Dubbi, timori, confusione tra termini e approcci sono del tutto normali. Tuttavia, trovare il professionista più adatto alle proprie esigenze è un passo fondamentale per intraprendere un percorso psicologico efficace e soddisfacente. In questo articolo analizziamo come orientarsi nella scelta, cosa considerare in fase di valutazione e quali sono le principali differenze tra approcci e specializzazioni.
Da dove partire: bisogni e obiettivi personali
La Dottoressa Manuela De Luca, esperta psicologa e psicoterapeuta a Torino, ci spiega che il primo passo è porsi una domanda semplice ma centrale: perché voglio andare dallo psicologo? Le risposte possono essere diverse: ansia, difficoltà relazionali, bassa autostima, senso di vuoto, decisioni difficili, cambiamenti di vita, sintomi fisici senza causa organica. Anche il solo desiderio di conoscersi meglio è un ottimo motivo.
Chiarire il proprio bisogno permette di restringere il campo e orientarsi verso lo psicologo più adatto. Alcuni professionisti sono specializzati in ambiti precisi come l’età evolutiva, i disturbi alimentari, il sostegno alla genitorialità, la terapia di coppia o il supporto in ambito lavorativo. Altri, invece, adottano un approccio più generalista. Avere in mente l’obiettivo non significa sapere già tutto, ma aiuta ad avviare un percorso con maggiore consapevolezza.
Le principali specializzazioni: chi fa cosa
In Italia, lo psicologo è un professionista laureato in Psicologia, iscritto all’Albo professionale e abilitato a esercitare la professione. Può offrire consulenza, sostegno psicologico, valutazioni psicodiagnostiche e orientamento. Non può però praticare psicoterapia se non ha completato una scuola di specializzazione riconosciuta dal MIUR.
Lo psicoterapeuta è quindi uno psicologo (o un medico) che ha completato un percorso specialistico di almeno quattro anni. È abilitato a intervenire in modo più profondo e strutturato, lavorando su dinamiche di lungo termine, disturbi emotivi, traumi e schemi relazionali disfunzionali. Esistono psicoterapeuti con specializzazioni diverse: per l’infanzia e l’adolescenza, per l’età adulta, per la terapia familiare o la terapia di coppia.
Un altro ambito da considerare è la psichiatria. Lo psichiatra è un medico, specializzato in disturbi mentali, abilitato alla prescrizione di farmaci. Talvolta può essere anche psicoterapeuta. Non è raro che psicologo, psicoterapeuta e psichiatra collaborino per offrire un trattamento integrato nei casi più complessi.
Gli approcci psicoterapeutici: quale scegliere?
La psicoterapia non è una sola, ma si declina in diversi orientamenti teorici e pratici. Ogni approccio ha una propria visione del funzionamento della mente e delle modalità di intervento. Conoscerli, anche in modo generale, può aiutare a capire quale stile terapeutico è più vicino alla propria sensibilità.
Cognitivo-comportamentale
È uno degli approcci più diffusi e scientificamente validati. Si concentra su pensieri, emozioni e comportamenti, aiutando il paziente a modificare schemi disfunzionali attraverso tecniche pratiche. È indicato per ansia, fobie, disturbi ossessivi, depressione e gestione dello stress.
Psicodinamico
Deriva dalla psicoanalisi e lavora sulle dinamiche inconsce che influenzano la vita emotiva. L’obiettivo è portare alla luce conflitti interiori, esperienze infantili e meccanismi di difesa. È un approccio più esplorativo, indicato per chi cerca una comprensione profonda di sé.
Sistemico-relazionale
Si focalizza sulle relazioni interpersonali, in particolare all’interno della famiglia o della coppia. È particolarmente utile nei percorsi di terapia familiare e nei problemi relazionali, anche quando si lavora individualmente.
Gestaltico, integrato, umanistico
Questi approcci, pur diversi tra loro, condividono una visione centrata sulla persona, sul momento presente e sulla responsabilità individuale. Favoriscono la consapevolezza, l’accettazione di sé e il cambiamento attraverso l’esperienza diretta.
Non esiste un approccio “migliore” in assoluto. L’efficacia del percorso dipende molto dalla relazione che si crea tra paziente e terapeuta. Per questo è importante sentirsi a proprio agio fin dal primo incontro.
Altri fattori da valutare nella scelta
Oltre alla specializzazione e all’approccio, ci sono aspetti più personali ma altrettanto importanti. La fiducia, l’empatia, il linguaggio utilizzato, la sensazione di essere ascoltati senza giudizio sono elementi fondamentali per una buona alleanza terapeutica. Dopo uno o due incontri, è normale chiedersi: mi sento capito? Posso esprimermi con libertà?
Anche fattori pratici hanno un peso: la distanza dello studio, la disponibilità oraria, la modalità delle sedute (in presenza oppure online), il costo e la durata prevista del percorso. Non si tratta solo di dettagli logistici, ma di condizioni che possono favorire la continuità e la sostenibilità del lavoro su di sé.
Verifica sempre che lo psicologo o psicoterapeuta sia iscritto all’Albo (è possibile farlo online) e che specifichi chiaramente la propria qualifica professionale.
Un alleato nel tuo percorso
Scegliere lo psicologo giusto non significa trovare la persona perfetta, ma quella adatta a camminare al tuo fianco in un tratto di strada. A volte servono più colloqui per capirlo, altre volte la sintonia è immediata. Non esiste una regola universale, ma ascoltare le proprie sensazioni è un ottimo punto di partenza.
Investire tempo nella scelta è un atto di cura verso sé stessi. Un buon professionista saprà accompagnarti nel cambiamento, rispettando i tuoi tempi e obiettivi, con competenza e umanità. E proprio da questa relazione può nascere il primo vero passo verso il benessere.