Carne Sashi e Wagyu: origine e metodo di allevamento

La carne Sashi finlandese e il Wagyu giapponese sono due delle carni più pregiate al mondo, celebri per la loro eccezionale infiltrazione di grasso e il sapore unico. Sebbene entrambe presentino una marezzatura straordinaria, il loro processo di allevamento e la tradizione culinaria che le circonda le rendono profondamente diverse.
La carne Sashi (questa, per intenderci) proviene dalla Finlandia, un paese noto per il clima rigido e l’attenzione alla qualità dell’allevamento bovino. I bovini Sashi sono selezionati per la loro capacità di sviluppare un’ottima distribuzione del grasso intramuscolare e vengono nutriti con una dieta equilibrata, composta principalmente da foraggi naturali. Il termine “Sashi” deriva dal giapponese e indica proprio la venatura di grasso che caratterizza la carne, rendendola particolarmente succosa.
Il Wagyu giapponese, invece, ha una storia secolare e proviene da razze bovine autoctone accuratamente selezionate. L’alimentazione dei bovini Wagyu include cereali di alta qualità e, in alcuni allevamenti, vengono adottate tecniche tradizionali come massaggi e musica rilassante per ridurre lo stress e favorire la formazione del grasso intramuscolare. Questo approccio contribuisce a rendere il Wagyu una delle carni più tenere e saporite al mondo.
Caratteristiche organolettiche a confronto
Seppur simili nella loro ricchezza di grasso intramuscolare, le due carni presentano differenze significative dal punto di vista organolettico. La carne Sashi ha una marezzatura visibile, ma leggermente meno intensa rispetto al Wagyu. Questo le conferisce una texture morbida e un sapore equilibrato, con note leggermente più decise rispetto alla carne giapponese.
Il Wagyu, invece, è celebre per la sua straordinaria tenerezza e per un grasso che si scioglie letteralmente in bocca. La distribuzione finissima delle venature di grasso dona alla carne un aspetto marmorizzato e una consistenza unica. Il sapore è dolce e avvolgente, con un’intensa persistenza aromatica e un caratteristico retrogusto burroso.
Dal punto di vista nutrizionale, il Wagyu si distingue per l’elevato contenuto di acidi grassi insaturi, che lo rendono più salutare rispetto ad altre carni rosse. Anche la carne Sashi presenta un ottimo equilibrio di grassi, ma con una struttura leggermente più compatta e un gusto che richiama le migliori carni europee.
Come gustare al meglio Sashi e Wagyu
La cottura gioca un ruolo fondamentale nell’esaltare le caratteristiche di entrambe le carni. La carne Sashi si presta bene a una cottura media o al sangue, per preservarne la succosità e la delicatezza. Una grigliatura leggera o una cottura in padella con burro e rosmarino permette di esaltarne il sapore naturale senza coprirlo con condimenti eccessivi.
Il Wagyu, invece, richiede una cottura ancora più attenta. Grazie alla sua elevata infiltrazione di grasso, viene spesso servito in sottili fette per preparazioni come teppanyaki o shabu-shabu, che ne valorizzano la consistenza fondente. Se cotto alla griglia o in padella, è consigliabile non superare i 55°C di temperatura interna, per evitare che il grasso si sciolga eccessivamente e che la carne perda la sua tipica morbidezza.
Dal punto di vista degli abbinamenti, il Wagyu si sposa perfettamente con vini rossi morbidi e strutturati, come un Pinot Noir o un Merlot, che ne esaltano la dolcezza. La carne Sashi, con il suo sapore leggermente più intenso, si abbina meglio a vini con maggiore acidità, come un Nebbiolo o un Chianti Riserva.
La scelta tra Sashi e Wagyu dipende dai gusti personali e dall’esperienza gastronomica desiderata. Il Wagyu offre un’esperienza quasi lussuosa, con una consistenza ineguagliabile e un sapore delicato, mentre il Sashi unisce la ricchezza della marezzatura a un gusto più deciso, ideale per chi cerca un equilibrio tra morbidezza e carattere. Entrambe le carni rappresentano il meglio della qualità bovina e promettono un viaggio sensoriale straordinario per ogni appassionato di carne.