Perché un sito fai-da-te spesso non si posiziona su Google

Realizzare un sito web oggi è più facile che mai. Esistono decine di piattaforme che promettono risultati professionali in pochi clic, anche a chi non ha alcuna competenza tecnica. Tuttavia, una volta messo online il sito, molti si accorgono che nessuno lo trova su Google. E allora ci si chiede: perché il mio sito fai-da-te non si posiziona?
La verità è che costruire un sito non significa automaticamente renderlo visibile. Il posizionamento sui motori di ricerca richiede una combinazione di fattori tecnici, strategici e contenutistici che spesso sfuggono a chi si affida a strumenti “drag & drop” senza l’intervento di un professionista.
Mancanza di una struttura SEO-friendly
Come ci spiega Alberto Di Meo, esperto nella realizzazione di siti web a Napoli, uno dei principali motivi per cui un sito creato in autonomia non compare su Google riguarda la struttura tecnica. Le piattaforme fai-da-te, pur essendo semplici da usare, limitano il controllo su elementi fondamentali per la SEO, come:
- personalizzazione dei tag <title> e <meta description>
- gestione dei tag heading (H1, H2, H3…)
- struttura delle URL (che spesso risultano lunghe o caotiche)
- sitemap XML generata correttamente
- file robots.txt configurabile
Un sito che non offre questi elementi o li gestisce in modo approssimativo ostacola l’indicizzazione e penalizza il posizionamento organico.
Prestazioni scarse e tempi di caricamento elevati
Google valuta attentamente la velocità di caricamento delle pagine. I siti costruiti con editor visivi o page builder molto pesanti spesso generano codice inutilmente complesso, script ridondanti e immagini non ottimizzate.
Tutto questo rallenta il sito, specialmente da mobile, e compromette uno dei segnali principali di ranking: la Page Experience.
Un sito lento:
- viene penalizzato da Google nei risultati
- offre una pessima esperienza utente
- ha tassi di rimbalzo elevati
Gli strumenti professionali permettono di ottimizzare le performance, usare CDN, ridurre il numero di richieste HTTP e abilitare tecniche come lazy loading e minificazione del codice.
Assenza di contenuti ottimizzati per la ricerca
Un altro errore comune è pensare che basti scrivere qualche riga per “riempire” le pagine. La scrittura SEO è invece un’attività tecnica e creativa che implica:
- analisi delle parole chiave
- strutturazione dei contenuti in paragrafi e heading
- uso strategico di sinonimi, correlate e semantica
- link interni coerenti
- formattazione per la leggibilità
Un sito fai-da-te, spesso scritto in fretta e senza un piano editoriale, non riesce a comunicare correttamente a Google di cosa parla, e viene quindi ignorato dai risultati.
Errori tecnici invisibili ma penalizzanti
Un altro fattore da non sottovalutare riguarda gli errori tecnici SEO che chi crea un sito da solo non è in grado di intercettare. Alcuni esempi:
- pagine duplicate o indicizzate per errore
- canonical errati
- assenza di markup strutturato
- immagini senza attributi alt
- link rotti o pagine 404 non gestite
Sono tutti elementi che, se ignorati, possono bloccare la crescita SEO del sito o farlo retrocedere anche su parole chiave di bassa concorrenza.
Nessuna strategia SEO a lungo termine
Realizzare un sito e pubblicarlo è solo l’inizio. Per posizionarsi su Google serve una strategia SEO continuativa.
Chi si affida al fai-da-te spesso non implementa alcun piano per:
- aggiornare i contenuti
- monitorare i dati da Google Analytics o Google Search Console
- creare backlink autorevoli
- migliorare il comportamento degli utenti sul sito
- aggiornare i Core Web Vitals e gli standard tecnici nel tempo
La SEO non è un’attività “una tantum”, ma un processo. E senza una visione strategica, anche il sito più carino rischia di non vedere mai la prima pagina di Google.
Problemi con il mobile e la UX
Google utilizza il Mobile-First Indexing, valutando le versioni mobile dei siti prima di quelle desktop. I template dei builder fai-da-te non sempre sono ben ottimizzati per smartphone e tablet, portando a problemi di:
- leggibilità del testo
- pulsanti troppo ravvicinati
- elementi fuori schermo
- immagini non adattive
Questi problemi impattano sia sull’esperienza utente che sul ranking, perché Google interpreta una cattiva UX come un segnale di scarso valore per l’utente finale.
L’illusione del “lo faccio da solo e risparmio”
Molti si affidano ai builder gratuiti per risparmiare, ma nel medio-lungo termine un sito che non si posiziona rappresenta un costo, non un risparmio.
Un sito che non si vede su Google significa:
- meno visitatori
- meno richieste
- meno vendite
- più difficoltà a scalare
Al contrario, un sito realizzato da un professionista può portare risultati concreti in termini di visibilità, traffico qualificato e conversioni, giustificando ampiamente l’investimento iniziale.
Il risultato finale conta più del risparmio iniziale
Affidarsi a un builder gratuito può sembrare una scorciatoia, ma nella maggior parte dei casi è un compromesso che limita la crescita.
Se il tuo obiettivo è essere trovato su Google, non basta avere un sito “online”: serve un sito costruito con metodo, ottimizzato nei minimi dettagli e pensato per performare nel tempo.
Per questo motivo, se stai valutando di creare o rifare il tuo sito web, considera il supporto di un professionista SEO o di un’agenzia esperta: la differenza si vede, nei numeri e nei risultati.