Centrale Rischi: quando scatta la segnalazione?
Ritrovarsi con il conto corrente in rosso, a lungo andare può rivelarsi un problema piuttosto serio per il semplice motivo che il proprio istituto bancario di fiducia, dopo un paio di segnalazioni in cui avvisa che c’è stato uno sconfinamento, invitando caldamente a rientrare nei tempi più rapidi possibili a saldare i debiti, finisce per fare pressione. Se si va incontro a frequenti sbilanciamenti tra introiti e uscite a favore di queste ultime, vi sono tutti i presupposti affinché si vada incontro alla tanto semuta segnalazione alla centrale dei rischi.
C’è il serio rischio che tu finisca per andare incontro alla tanto temuta segnalazione centrale rischi, ossia la banca dei cattivi pagatori.
Segnalazione centrali rischi: quali sono le condizioni previste?
Avere una panoramica molto accurata circa la questione segnalazione centrale rischi presupposti si rivela di considerevole importanza, perché vieni a conoscenza di tutti i limiti di importo, della durata dell’adempimento, della tipologia di credito e, di fatto, del momento in cui scatta la segnalazione presso la centrale rischi. Svariate sentenze della Corte di Cassazione, emanate nell’ultimo periodo hanno messo in evidenza quali requisiti occorrono per incappare nella spiacevole situazione in oggetto. Da solo, il conto corrente scoperto non è sufficiente per rientrare a far parte della lista nera dei cattivi pagatori. Lo stesso dicasi per quanto riguarda eventuali ritardi di pagamento oppure insolvenze di rate nei confronti dei creditori.
Cos’è pertanto la Centrale Rischi?
Quando si parla di Centrale Rischi, ci si riferisce a un archivio informatizzato, della cui gestione se ne occupa in prima persona la Banca d’Italia. Al suo interno sono contenuti tutta una serie di dati e di informazioni che si riferiscono allo stato generale dei debiti maturati dalle famiglie italiane e dalle imprese nazionali verso il sistema bancario e finanziario. Qui, di fatto, sono presenti anche i dati dei cosiddetti cattivi pagatori.
Chi sono i cattivi pagatori?
Per cattivi pagatori si intendono tutti coloro che hanno beneficiato della concessione di una somma economica erogata in genere da un istituto di credito, come ad esempio una banca oppure una finanziaria e che per svariate motivazioni non sono stati in grado di rimborsare: prestiti, mutui e altre tipologie di finanziamento vanno annoverate nella cerchia in questione. Per quanto riguarda le segnalazioni, vi è una soglia da tenere in considerazione: si rientra a far parte della lista dei cattivi pagatori nel momento in cui la somma debitoria oltrepassa la cifra di 30.000 euro. Tuttavia, qualora il debitore risultasse in sofferenza, il suddetto limite scende ad appena 250 euro. A questo punto, tuttavia, la questione diventa decisamente complessa, in quanto subentrano due requisiti: uno di tipo qualitativo e uno di natura discrezionale. In sostanza, la banca classifica il cliente come in sofferenza, nel momento in cui ha tutta una serie di difficoltà, acclarate ed evidenti, nel riuscire a saldare il debito. Quest’ultimo, infatti, pesa sul suo capo come una spada di Damocle. Tuttavia, la banca o la finanziaria effettuano un lavori di analisi segnalazione rischio. Qui tengono conto non dei singoli comportamenti o degli eventi isolati, ma della posizione finanziaria complessiva.
I ritardi dei pagamenti
La banca o la finanziaria valutano la situazione finanziaria globale di ognuno dei loro clienti. Limitarsi a casistiche isolate per rimborso di rate (tipico esempio il mutuo) o scadenze risulterebbe limitante. Risulta illegittima la segnalazione rischi nel momento in cui non vengono accertati che i reali presupposti segnalazione rischi non sono solamente transitori, ma risultano effettivi.