Cosa si intende con intelligenza artificiale?
Che cos’è l’intelligenza artificiale?
Quello relativo all’intelligenza artificiale è un tema che suscita sempre numerose discussioni, anche perché, nonostante sia già oggi ampiamente usata in vari settori, non tutti riescono a comprendere di cosa si tratta. In realtà, il concetto alla base dell’IA è molto semplice da capire: si tratta dell’abilità di una macchina di mostrare le caratteristiche tipiche della mente umana, tra cui la creatività, la pianificazione, l’apprendimento e il ragionamento. Si tratta, quindi, di un sistema abbastanza complesso, in quanto mette in correlazione un gran ventaglio di processi digitali.
Di base il sistema (spesso un computer) deve ottenere dei dati, elaborarli e risolvere un problema. Per esempio, rispondere a uno stimolo. L’esempio più semplice del funzionamento dell’intelligenza artificiale è quello relativo al funzionamento dei sensori domotici in un’abitazione: quando una persona entra, un sensore né legge il movimento, elabora i dati e accende la luce.
Altresì, un sistema dell’Intelligenza Artificiale dev’essere in grado di apprendere, memorizzando i dati precedentemente ottenuti per poi rielaborarli.
Quali sono i 2 tipi di intelligenza artificiale?
Finora siamo riusciti a sviluppare unicamente 2 tipologie d’Intelligenze Artificiali, con i propri lati forti e quelli deboli. In particolare, parliamo dell’Intelligenza Artificiale Stretta (chiamata anche “debole”) e dell’Intelligenza Artificiale Generale (chiamata anche “forte”).
L’Intelligenza Artificiale Stretta è, finora, l’unica IA realizzata con successo e con precisione. Tale tipo d’intelligenza artificiale è orientata al raggiungimento degli obiettivi ed è stata progettata per eseguire i singoli compiti, motivo per cui questo tipo d’intelligenza viene anche chiamata “stretta”. Tra gli esempi di obiettivi che questo tipo d’intelligenza può raggiungere spicca i compiti la guida di un’auto, la ricerca su Internet per mezzo di un’assistente vocale, il riconoscimento facciale e così via. Questo tipo d’intelligenza artificiale è stata sviluppata appositamente in maniera tale da effettuare con una grande precisione soltanto un compito.
L’Intelligenza Artificiale Generale, d’altro canto, è più profonda, ma meno sviluppata. Il concetto alla base del funzionamento di questo tipo d’intelligenza riguarda la necessità di poter svolgere più compiti con la stessa efficacia del compito singolo. Quindi, un’IA, Intelligenza Artificiale, sviluppata seguendo questo modello dovrebbe non solo poter effettuare il riconoscimento facciale, ma anche eseguire altri compiti al contempo. Secondo il progetto di questo modello d’IA, l’Intelligenza Artificiale Generale dovrebbe essere in grado anche di pensare, comprendere e agire in modo umano.
Chi usa l’intelligenza artificiale?
L’Intelligenza Virtuale è stata, ovviamente, progettata per rispondere alle specifiche esigenze delle persone. Quindi siamo noi a usarla, dopo averla immessa in un sistema. Successivamente non servirà compiere altri interventi: l’Intelligenza Artificiale, AI, eseguirà tutti gli altri compiti in maniera autonoma, se è stata progettata adeguatamente. Altrimenti dovremo intervenire per correggere il suo funzionamento e dar modo alle persone di beneficiarne a pieno.
Quali tipi d’intelligenza artificiale esistono?
Oltre ai due tipi precedentemente indicati, a questi se ne possono aggiungere anche un altro: la Superintelligenza artificiale, definita dall’acronimo ASI. Il modello alla base del suo funzionamento è del tutto ipotetico e tale mente artificiale non è ancora stata realizzata, in quanto in base al progetto essa dovrebbe non solo limitarsi a imitare l’intelligenza umana, bensì andare oltre. L’ASI, difatti, prevede la necessità di acquisire una maggiore consapevolezza di sé e quindi superare i limiti dell’intelligenza e delle capacità umane. A prima vista potrebbe sembrare un concetto fantascientifico, ma in realtà si tratta di un modello che semplicemente prevede la possibile evoluzione dell’Intelligenza Artificiale. E ciò riguarda non solo i processi razionali, come l’apprendimento o il pensiero, ma anche quelli emozionali. La tecnologia AI dovrebbe provare, quindi, anche delle emozioni vivendo delle esperienze molto vicine a quelle umane, con i propri pensieri, bisogni e sensazioni.